Aspetti della cultura rom

Quale che sia il loro etnonimo, le comunità rom hanno una cosa in comune: il concepirsi in contrapposizione a coloro che non sono rom. Gagé è il termine che indica tutti i non Rom. Nella visione del mondo dei Rom, esistono due universi, quello dei Rom (them romanò, mondo dei Rom) e quello dei gagé. Due mondi nettamente contrapposti, che tuttavia sono costantemente a contatto. I Rom vivono negli spazi lasciati liberi dai gagé, si accampano nelle periferie, ai margini dell’abitato, nelle terre di nessuno, e tuttavia devono frequentare i centri abitati per lavorare, mendicare, vendere. Il piccolo mondo rom è inglobato nel più vasto e solido mondo dei gagé, che spesso lo travolge. I Rom reagiscono con una serie di pratiche di resistenza ed adattamento. Tra queste, quella che l’antropologo Leonardo Piasere chiama degagizzazione: i Rom fanno propri cose che appartengono alla cultura dei gagé, ma non senza averle opportunamente modificate, rendendole compatibili con lo spirito rom. Così, ad esempio, le case, quando vengono acquistate, non soppiantano la roulotte, che resta il luogo nel quale si dorme; la roulotte stessa viene modificata, eliminando il bagno interno.
Per comprendere quest’ultima cosa occorre far riferimento ad un’altra opposizione fondamentale della visione del mondo dei Rom, quella tra cose pure e cose impure. I Rom, che un pregiudizio difficile da sradicale vuole semplicemente sporchi, sono in realtà ossessionati dalla purezza. Esistono situazioni, oggetti, parti del corpo che sono puri ed altri che sono impuri e vanno evitati. Il corpo, ad esempio, è puro nella parte superiore, impuro in quella inferiore. E’ pura la testa, ma sono impuri i capelli e le mani, che vanno sempre lavate prima di toccare dei cibi. Sono impuri gli organi sessuali, in particolare quelli femminili, che vanno sempre coperti accuratamente. Sono puri i cibi forti, sono impuri alcuni cibi in periodo di lutto. E’ puro il digiuno. E’ impuro l’occidente, è puro l’oriente. E’ puro l’oro. L’elenco potrebbe continuare a lungo. Per evitare l’impurità – che porta malattie, ma anche sfortuna – bisogna seguire norme precise, ad esempio nella preparazione dei cibi, che non devono essere mai a contatto con parti impure del corpo, né devono essere lavati o preparati in recipienti che abbiano accolto altre cose.
Un altro valore fondamentale per i Rom è l’onore – non diversamente, del resto, da quanto avveniva in Italia, ed in particolare in Italia meridionale, ancora qualche decennio fa, quando il valore sociale di un uomo era legato appunto all’onore, e quest’ultimo era legato spesso alla sessualità della moglie o delle figlie. Un uomo perdeva l’onore se veniva tradito dalla moglie o se una figlia aveva rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. L’onore perduto poteva essere riconquistato con la violenza, uccidendo la moglie traditrice o addirittura la figlia troppo libera. Questi omicidi – omicidi d’onore, appunto – trovavano la piena comprensione della legge e dei giudici. Tanto è cambiata la società italiana negli ultimi decenni, che per le giovani generazioni è difficile anche solo comprendere che una cosa come l’onore potesse essere (e possa essere ancora per alcune etnie) un valore fondamentale. Per i Rom l’onore non è legato solo alla sessualità delle donne di famiglia (che deve essere comunque controllata), ma anche alla partecipazione alla vita sociale. Non partecipare a riti fondamentali della comunità, come i funerali o i matrimoni, è considerato motivo di disonore. Per i Rom vivere comunitariamente, dedicare tempo al rapporto con gli altri membri dell’accampamento non è solo un piacere, ma anche un dovere sociale. L’uomo non è individuo, un essere separato che può decidere liberamente le modalità di partecipazione alla vita sociale, ma un essere strutturalmente comunitario, un essere in relazione: spezzare questa relazione, non riconoscere il legame, vuol dire perdere l’onore ed il riconoscimento sociale.

19 commenti

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19 risposte a “Aspetti della cultura rom

  1. claudia

    è la prima volta che leggo notizie sui rom senza una montagna di pregiudizi, la prima volta che qualcuno ha utilizzato il proprio etnocentrismo in maniera critica. Complimenti all’autore.

  2. Marco

    ma non mi sembra che i campi rom siano caratterizzati da ordine e pulizia come vuole comunicare i testo….

  3. luca

    lavorare, mendicare e vendere? Io lo trasformerei in rubare , mendicare e vendere quello che rubano perchè non ho MAI visto un rom lavorare ma visti sia rubare (esperienza non solo mia) che vendere attrezzature e materiali chiaramenti frutto di un furto, nei loro campi con acqua e luce e gas pagati in cui spesso rimangono senza correnti pur di rubare e rivendere il rame di cui sono formati i cavi elettrici e lo stato puntualmente li rifortnisce di nuovo quando i nostri pensionati che magari hanno lavorato una vita non riescono ad arrivare alla fine del mese con la loro misera pensione sempre se ce l’hanno. e li vedi uscire dai campi rom con suv e macchine che la maggior parte delle persone in decenni di duro e onesto lavoro non potrà mai permettersi. PS ultimamente hanno tentato due volte il furto del mio negiozio che sto aprendo tra tante fatiche economiche e fisiche (e li ho visti e sentiti una delle due volte e non ho dubbi sull’etnìa). una volta mi dispiaceva per loro – nel corso degli anni tra mani nelle mie tasche nella metro di BAMBINI rom che volevano derubarmi delle mie cose e fuggivano quando me ne accorgevo e altre la mia compassione è nettamente scesa verso di loro.

  4. gloria

    secondo me per comprendere una cultura fino in fondo bisogna avere l’umiltà di “calarsi nei suoi panni”. non esistono persone cattive a priori e nemmeno ladri. questo testo è risultato molto interessante per un primo approfondimento di come si può guardare la cultura rom con altri occhi.

    • laura

      gloria, ma per favore!!!basta con il buonismo e basta con la comprensione a tutti i costi!!!morissero tutti!!!

      • eugenio

        tutti moriremo cara Laura
        il rispetto per altre culture presuppone un’apertura mentale non comune tra i piccoli robotici ometti attorno a noi, quelli che uccidono e che
        stanno distruggendo il mondo

  5. Pino

    E’ bene dire a priori che rom non è sinonimo di criminale! Abbiamo ladri ben più astuti e pericolosi al governo, ma siccome ci spillano tutto sotto i nostri nasi non gli viene garantito tutto l’odio che invece molti riversano contro i rom! Anche noi italiani abbiamo migrato durante il ‘900, e facevamo le stesse e identiche cose! Quindi, il tutto sta nel metterci nei loro panni. Quello che vorrei chiedere è se: potrebbe esistere un rapporto interpersonale tra un/a rom e un/a italiano/a?

  6. Mirco

    Salve,
    io mi chiamo Mirco e sono ROM, ho avuto modo di leggere gli aspetti della cultura rom e i vostri commenti.
    A proposito di quanto ho letto, devo dire che è bello poter assaporare,quantomeno in parte, il sapore della mia cultura,dico almeno in parte perchè in realta gli aspetti di questa cultura sono molto più ampi e avvolte anche controversi,ma rimangono sempre una realtà che pochi conoscono e che forse è meglio che rimanga così,questo lo dico per il semplice fatto che la maggior parte della gente Italiana ha un modo di vedere questa cultura che è a dir poco disprezzante.
    Ci sono tanti italiani che hanno il cuore puro e libero da pregiudizzi i quali sembrano davvero intenzionati a capire la realtà della cultura Rom,ma ci sono tanti altri che porgono delle domande scoraggianti e così si blocca ogni forma di interazione tra le due culture.Si da per scontato che uno Zingaro sia dedito ad attività illecite e che non abbia nemmeno l’intelligenza per poter rispondere a determinate domande.
    Se uno zingaro come me,fosse interessato a comprendere la vostra cultura e come inizio porrebbe le seguenti domande,come rispondereste?
    Ma voi italiani,siete tutti mafiosi?
    Come mai uccidete i vostri figli in modo selvaggio e poi non ve lo ricordate nemmeno?
    perchè uccidete anche i figli degli altri,non vi basta uccidere i vostri?
    Siete solo mafia e camorra o c’è qualcos’altro che non so?
    Perchè avete così tante prostitute,non vi bastano le vostre mogli?
    Si prostituiscono anche le minorenni?
    Perchè usate così tanta droga?
    Se non volete che i vostri figli commettano errori,perchè li lasciate andare nelle discoteche di notte,non sapete forse quello che succede in determinati posti?lo sapete dove gira la droga?e dove avvengono i rapporti sessuali tra giovani?edove vostra figlia viene drogata,da un altro Italiano che poi la violenta?
    Perchè avete rapporti sessuali tra uomini?
    Perchè un padre violenta sua figlia per anni ed anni e poi magari la uccide in una maniera orrenda?
    Perchè avete gli scambi di coppia?
    Perchè avete le spiagge nudiste?
    Perchè fate sesso con persone che non conoscete?
    Potrei continuare all’infinito…

    • Stefano

      A MIrco….
      Tra tutte le domande che ti sei posto la maggior parte riguardano il sesso e le abitudini in privato di ciascuno di noi. Scusa ma anche se fosse…. a te che te ne frega delle spiagge per nudisti, gli scambi di coppia, con chi facciamo sesso? Sarai mica un po’ frustrato? Se qualcuno dà per scontato la delinquenza negli zingari forse la colpa è anche vostra. Ultimo ma fondamentale: questo è il Paese dove sono nato e cresciuto. Ha pregi e difetti. Ma è il mio PAese. Voi (non tutti ma la maggior parte), ci siete arrivati e vi ci siete stabiliti. Facile campare qui in Italia dove tutto vi è dovuto in nome di un becero “politically correct” e dove chi urla all’ingiustizia è tacciato di razzismo…. Se non ti stanno bene i nostri usi e costumi, dall’altra parte del confine c’è la Francia, l’Austria, la Svizzera, la Slovenia….. Via pure mirco, vai pure.

  7. Pietro

    Mirco c’è una bella differenza tra le domande che un italiano potrebbe porre ad uno zingaro (per esempio: perchè nella vostra cultura faticare e lavorare non sono previsti, anzi sono viste come attività disonorevoli?) e le domande che hai posto tu. E la differenza è molto semplice: la maggioranza delle tue domande riguardano gli usi sessuali, per quanto riguarda il sesso se chi partecipa è consenziente non lede la libertà altrui per affermare la propria! Mi spiego meglio: se due uomini hanno rapporti sessuali tra di loro e sono entrambi consenzienti non recano un danno a te! Allo stesso modo se una persona decide di andare in una spiaggia per nudisti non offende il pudore di nessuno spogliandosi, visto che quello è un luogo fatto apposta! se a te imbarazza o turba vedere dei corpi nudi, non andarci, nessuno ti obbliga! stesso discorso per le coppie scambiste etc… Per quanto riguarda la mafia e la camorra è vero, in italia abbiamo un serissimo problema di criminalità organizzata ma la maggioranza della popolazione italiana lo riconosce come un problema che deve essere affrontato! nessuno ha detto che la cultura italiana è esente da errori e perfetta e quella rom è sbagliata! Ovvio che violentare, uccidere, sono atti orribili, ma non mi sembrano “tipici” della cultura italiana!!! in ogni parte del mondo si uccide, si violenta purtroppo. Ripeto: non è una questione di culture, è una questione di libertà! ognuno (italiano/rom/islandese/africano) può affermare la propria libertà finchè non lede la libertà di un altro. Tuttavia nella vostra cultura è evidente che ci sono degli aspetti che ledono enormemente la libertà degli altri, come il rubare, vivere sulle spalle degli altri, insediarvi in un posto e ostinarvi a non volere accettare le leggi di quel luogo. (l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro). Detto questo sono convinto che non tutti gli zingari siano dei ladri esattamente come non tutti gli italiani sono dei mafiosi! Ciao, attendo una tua risposta

  8. Domenico

    Il 17 dicembre scorso sono stato vittima di un furto del mio camper nel comune di Cellole, ad opera di bulgari “residenti”, si fa per dire, nel vicino comune di Mondragone. 40 gg di sosta sono stati fatali al mezzo, finito nelle grinfie di simpatici lavoratori della notte, che hanno pensato bene di trasportare il veicolo in Toscana , per arricchire il loro campo nomadi di un nuovo accessorio, in cui pulire i loro capelli e le loro mani prima di prendere cibo. Purtroppo non avevo un antifurto satellitare installato sul mezzo, che potesse permettermi di pervenire ad un ringraziamento più diretto degli autori del forzoso trasloco del veicolo. Testimonianze raccolte sul luogo hanno permesso di identificare però la parte emersa del racconto, ovvero i presunti autori e la presunta destinazione finale. Auguro ai membri della comunità di tale ignobile furto di non incorrere in camper con antifurti satellitari, in quanto la storiella del sesso libero impallidisce di fronte a questo scempio della proprietà privata, oggetto di lavoro e sacrifici che fanno l’orgoglio del nostro popolo italiano.
    Il razzismo c’entra poco con questa sottrazione di beni, senza troppi dubbi riconducibile ad uno sfoggio di miseria umana allo stato puro.
    Viva le spiagge per nudisti, gli scambi di coppia, e tutte le forme di libertà conquistate nella cultura del rispetto del prossimo

    • laura

      Lunedì scorso ho scampato per miracolo un furto sicuro. Ero stata contattata da un tale “giorgio”, presunto gioielliere di Brescia (io sono di To), per l’acquisto del mio CAMPER, pagato appunto con un onesto e duro lavoro.Arrivata a Brescia con il mio ragazzo, un elegantone si presenta all’appuntamento e chiede con modi affabili di raggiungere la sua gioielleria GUIDANDO LUI IL MEZZO,PER PROVARLO. Accettiamo, e….ci porta nel suo CAMPO NOMADI! Non scendo nei particolari della cosa perchè sto ancora tremando dalla paura. Posso solo dire grazie all’improvviso arrivo di una pattuglia di carabinieri che li ha messi in allarme e noi ne abbiamo approfittato per scappare via. Possibile che si consenta ancora a questi miserabili di vivere in Italia?? SONO RAZZISTA E ME NE VANTO, sono dei bastardi da sterilizzare!

      • eugenio

        Fondamentalmente il problema Rom va inquadrato nei limiti della giusta conoscenza e della corretta informazione. Nonostante sei secoli di convivenza i caggé (non zingari) cosa conoscono realmente della cultura Rom? Sicuramente poco, per non dir nulla. Il mondo romano è filtrato solo attraverso gli stereotipi negativi con distorsioni dannosissime, di cui i Rom spessissimo restano vittime. Del resto le fonti informative non aiutano a far chiarezza e quindi della storia, dei costumi, delle tradizioni, dell’arte e della lingua di questo popolo planetario l’opinione pubblica conosce poco. Troppo spesso semplici fatti sociali vengono presi come modelli culturali e l’errore di un singolo porta alla condanna di un popolo intero. Senza considerare l’enorme confusione che si fa tra i vari gruppi zingari. Occorre ora chiedersi: quante possibilità ha un Rom di mettersi in evidenza positivamente nei confronti dell’opinione pubblica? La stessa scuola che dovrebbe favorire un giusto inserimento sociale, quante lacerazioni provoca ad un bambino Rom? Cosa fanno le istituzioni pubbliche per il recupero di un ingente patrimonio umano e culturale? Rispetto a questi quesiti la società opulenta, civile e democratica annaspa, preferisce ignorare o camuffare gli eventi o nei migliori dei casi approcciarsi al problema episodicamente e quando proprio non se ne può fare a meno. In ogni caso si cercano sempre soluzioni temporanee con procedimenti-tampone. I Rom pur di non perdere la propria cultura, la propria esistenza, che è poi la libertà di ognuno di noi, hanno preferito escludersi da una società “sorda” ed opprimente che lascia poco spazio all’essere dando invece fin troppi incentivi all’avere, all’arrivismo, al protagonismo esasperato, alle gerarchie, alle differenziazioni sociali. Restare ancorati ai propri valori ed essere rimasti se stessi nonostante la miseria e le brutali repressioni del mondo circostante ha mostrato tutto l’orgoglio e la volontà di questo popolo indomabile. Sono i valori del supremo coraggio, del puro eroismo, della libertà assoluta!
        De Andre’ conosceva la questione rom…cosi’ abbiamo anche un buon testimonial secondo le necessita’ della nostra egoculturetta….coraggio eroismo e liberta’……………..roba della quale non conosciamo l’essenza!

  9. eugenio

    Fondamentalmente il problema Rom va inquadrato nei limiti della giusta conoscenza e della corretta informazione. Nonostante sei secoli di convivenza i caggé (non zingari) cosa conoscono realmente della cultura Rom? Sicuramente poco, per non dir nulla. Il mondo romano è filtrato solo attraverso gli stereotipi negativi con distorsioni dannosissime, di cui i Rom spessissimo restano vittime. Del resto le fonti informative non aiutano a far chiarezza e quindi della storia, dei costumi, delle tradizioni, dell’arte e della lingua di questo popolo planetario l’opinione pubblica conosce poco. Troppo spesso semplici fatti sociali vengono presi come modelli culturali e l’errore di un singolo porta alla condanna di un popolo intero. Senza considerare l’enorme confusione che si fa tra i vari gruppi zingari. Occorre ora chiedersi: quante possibilità ha un Rom di mettersi in evidenza positivamente nei confronti dell’opinione pubblica? La stessa scuola che dovrebbe favorire un giusto inserimento sociale, quante lacerazioni provoca ad un bambino Rom? Cosa fanno le istituzioni pubbliche per il recupero di un ingente patrimonio umano e culturale? Rispetto a questi quesiti la società opulenta, civile e democratica annaspa, preferisce ignorare o camuffare gli eventi o nei migliori dei casi approcciarsi al problema episodicamente e quando proprio non se ne può fare a meno. In ogni caso si cercano sempre soluzioni temporanee con procedimenti-tampone. I Rom pur di non perdere la propria cultura, la propria esistenza, che è poi la libertà di ognuno di noi, hanno preferito escludersi da una società “sorda” ed opprimente che lascia poco spazio all’essere dando invece fin troppi incentivi all’avere, all’arrivismo, al protagonismo esasperato, alle gerarchie, alle differenziazioni sociali. Restare ancorati ai propri valori ed essere rimasti se stessi nonostante la miseria e le brutali repressioni del mondo circostante ha mostrato tutto l’orgoglio e la volontà di questo popolo indomabile. Sono i valori del supremo coraggio, del puro eroismo, della libertà assoluta!

  10. marinella

    Anch’io sono stata vittima di furti. ladri zingari o italiani, non è che faccia tanta differenza… in ogni caso mi interessa conoscere la cultura rom.
    Se il loro modo di vivere è diverso dal mio, un motivo ci sarà. Vorrei conoscerlo. Inoltre non mi piace essere classificata a priori in una categoria (per esempio quando i tedeschi dicono che gli italiani, quindi anch’io, non lavorano e sono mafiosi, mi dà molto fastidio), per cui cerco di non farlo neppure con gli altri.

  11. Witalia

    personalmente non ho nulla contro i rom, ed anzi alcune loro peculiarità quali lo spirito di adattamento suscitano in me grande ammirazione. và detta però una cosa spesso dimenticata da chi nobilmente cerca di spiegarceli: siamo in italia. chiunque sia qui, fisso o di passaggio, cittadino o straniero, ne deve accettare leggi, usi e costumi. per cui se ad esempio “l’occidente è impuro”, come scritto nell’articolo qui sopra, alza i tacchi e migra ad oriente.

  12. Ah, ah! Qua siamo in Italia, alza i tacchi e migra ad oriente! Perché ovviamente sull’Italia c’è una targa col nostro nome di puri italiani (uno dei popoli più bastardi al mondo, in senso letterale eh).

    Eh meno male che apprezzi lo spirito rom, altrimenti le frontiere le avresti concepite come una saracinesca munita di tagliole rotanti.

    Leggi, usi e costumi italiani – tipo non rubare? Uh che ridere! A me han rubato in casa: mille volte meglio se è stata gente senza un soldo, piuttosto che qualche affarista del cazzo. Ah, ma loro non si sporcano le mani e agli italiani va bene. Dico a te, del post qua sopra, perché sei il classico “Non sono razzista, ma”. Magari pure di sinistra.

    Quelli sopra invece fanno solo pena, così preoccupati che un rom turbi loro l’esistenza tenuta insieme con lo scotch di ridicole abiudini e ridicoli condizionamenti – perché cazzo, questi stranieri sono incorreggibili: quelli che vogliono lavorare ci rubano il lavoro, quelli che non vogliono sono davvero trooooppo strani, insomma come fai a non avere ambizioni, che senso ha la tua vita? E magari ci chiedono un’euro o ci rubano 20 euro dal portafogli, insomma, la vita distrutta!

    Ma poi che credono tutti, che rispettare un altro essere umano significhi condividere il suo modo di pensare dalla a alla z? Fra le cose che ha scritto Mirco ce ne sono una ventina che mi danno “qualche perplessità”, per usare un eufemismo alla potenza (problemi con gli omosessuali? i figli li leghi in casa per non farli andare in discoteca?) – ma non per questo gli sparerei. Soprattutto dopo che apre al confronto. E come credono che ci si conosca, che si “evolva” (tutti), se non confrontandosi? Mirco ha mai parlato con qualcuno di omosessualità, a parte con gente che la pensa come lui? Sarà dura che ci rifletta, allora – ecco, loro, “i linciatori di rom”, sono così, ma peggio: parlano di razzismo solo coi razzisti, di disoccupazione solo con gli occupati e via dicendo.

    E, dicevo, non fanno solo pena: sono da combattere come si combattevano i fascisti, col famoso andazzo sul fascista buono. Perché? Perché sono i più pericolosi: minacciano di sterilizzare, dar fuoco, sterminare un popolo, e qualcuno ci ha già provato – sono troppo ignoranti per saperlo o sono proprio degli stronzi bastardi (stavolta in senso metaforico)?
    Oh, magari poi si offendono perché dò loro degli stronzi – sono personcine così delicate! Non dimenticano mai di baciare il figlio e tirar su la copertina al cane dopo aver augurato lo sterminio di un popolo.

    Certo la voce grossa la sanno fare solo nei blog, al massimo quando sono in più di due o tre contro il solito ragazzetto rom spocchioso. In strada li vedi passare veloci veloci, uh!, che paura questo mondo contemporaneo corrotto da zingari, albanesi, prostitute e spacciatori. Peccato che il mondo è sempre stato così, e i mostri sono sempre stati loro.

  13. Pingback: Aspetti della cultura rom, o “Come provare a farsi una cultura coi razzisti fra le palle” | CrosScritture

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